Vai al contenuto
Home » Maschi o femmine? Chi soffre di più il solletico

Maschi o femmine? Chi soffre di più il solletico

Torniamo a parlare di scienza, presentandovi oggi uno studio che risponde a una delle domande più gettonate di sempre quando si tratta di solletico: lo soffrono di più i maschi o le femmine?

Prima di iniziare, però, è bene fare un piccolo recap sulla definizione di solletico secondo gli scienziati. Esistono, infatti, due tipi di stimolo tattile che nel gergo comune sono descritti come solletico: la knismesi e la gargalesi.

La knismesi è una forma di solletico leggera, che dà una sensazione di fastidio o prurito e che si ritiene essere un meccanismo di difesa contro piccoli parassiti presenti in natura, come ad esempio gli insetti. La gargalesi, al contrario, è una forma di solletico “pesante”, quella solitamente associata alla risata e dotata di forti connotazioni interattive e sociali. Harris (1999) ha definito knismesi e gargalesi come solletico gentile e intrusivo, rispettivamente.

Lo studio di cui parliamo oggi (Svebak, 2021) tratta solo della knismesi, ma è comunque interessante perché si tratta a nostra memoria del primo a disegnare in modo sperimentale una mappa delle zone del corpo più sensibili e di descrivere delle differenze tra i sessi.

Allo studio hanno preso parte 57 volontari (26 femmine e 31 maschi) di età compresa tra i 19 e i 26 anni. Due persone, un ragazzo e una ragazza, sono state istruite a fare il solletico con una piuma ai volontari, che per l’occasione hanno indossato un costume da bagno. La procedura è stata svolta sia in posizione supina che prona, ed effettuata in due distinte riprese dal ragazzo e dalla ragazza su ciascuno dei soggetti.

Le variabili analizzate sono state tre: la produzione di risate, la sensibilità soggettiva al solletico e le contrazioni muscolari involontarie (IMC).

La produzione di risate è stata valutata secondo uno schema tutto-o-niente: in altre parole, si è valutato se il soggetto rideva o no, non tenendo conto dell’intensità della risata purché udibile, ed escludendo i sorrisi. La sensibilità soggettiva al solletico è stata misurata a posteriori, chiedendo ai soggetti di indicare quanto lo avessero sofferto durante l’esperimento in una scala da 1 a 10. Le IMC sono reazioni riflesse alla knismesi, come dei piccoli sussulti in risposta, in questo caso, al passaggio della piuma.

Qui sotto potete vedere la mappa disegnata dai ricercatori.

Noterete che non esistono aree più o meno sensibili in base al sesso, almeno per quanto riguarda quelle analizzate.

Più interessanti sono i risultati relativi alle altre variabili in esame. Si è visto infatti che le ragazze tendono a ridere più spesso a prescindere dal sesso di chi fa loro il solletico. La sensibilità soggettiva al solletico sembra essere aumentata se chi fa il solletico è di sesso opposto rispetto a chi lo riceve. Anche le IMC sembrerebbero seguire lo stesso schema. Si è inoltre osservato che in tutte e tre le variabili i punteggi dei maschi erano particolarmente bassi quando solleticati da altri maschi.

Non avendo dati circa l’orientamento sessuale dei volontari, non abbiamo modo di sapere se le differenze osservate dipendano da preferenze relative alla sfera intima. Sembrerebbe però che nella produzione di risate siano coinvolti fattori sociali più che biologici, considerato che i punteggi sulla sensibilità soggettiva e quelli sulle IMC erano molto simili a prescindere dal sesso del ricevente.